Papà, Wasilij, era ancora giovane. Continuava a dire del Nazionalsocialismo: 'Non andrà bene'. Dopo, l'autorità fu presa dai nazisti, che hanno subito rinchiuso un certo numero di persone di minoranza slovena e preti. Abbiamo visto così che non era certo la maniera che ci era stata promessa. Era un periodo senza lavoro e pane. Questo aiutò i nazionalsocialisti a salire al potere. E molti si lasciavano guidare dalla propaganda col credere che tutto si sarebbe rimesso a posto. Che le persone avrebbero vissuto bene - sotto Adolf Hitler. Ma quando i primi sloveni furono rinchiusi, sapevamo già che mio padre aveva ragione. La gente ha perso fiducia in Adolf Hitler e si costituì la Resistenza contro il fascismo e l'hitlerismo. I primi disertori della Wehrmacht erano già sfuggiti in Jugoslavia nel 1939. Dopo l'occupazione della Jugoslavia furono arrestati o si nascosero sotto mentite spoglie; come fece il mio collega Karl Potoschki. Lavorava sotto falso nome in un Hotel in Bosnia. Il 20 Ottobre 1939 fu fucilato con 20.000 altri ricercati e ucciso. Quelli che tornavano dopo l'occupazione della Jugoslavia furono per lo più rinchiusi, rispettivamente erano i quadri del fronte di liberazione degli sloveni in Carinzia. Alcuni si unirono subito ai Partigiani; altri in seguito, ma l'inizio c'era già stato. Di giorno in giorno la Resistenza si rafforzava sempre di più. Oggi, ti rendi conto di quanto fosse coraggiosa la gente - era una questione di 'testa' e la gente non ne aveva la più pallida idea. I poveri sono quelli che hanno aiutato la ribellione. Senza l'aiuto della popolazione rurale, la Resistenza sarebbe stata impossibile. Per questo solo fu possibile che il numero dei Partigiani diventasse ogni giorno più nutrito. E con loro la speranza che un giorno le cose cambiassero.
Lo sapevamo già dal 1942 che c'erano i Partigiani nella nostra zona. Ma il primo contatto avvenne a Pasqua 1943 quando i primi partigiani giunsero e bussarono alla porta: 'Apri, mamma! Ci sono i Partigiani; l'esercito del popolo sloveno. Distruggeremo il fascismo e voi sarete nuovamente liberi'. Da quel momento abbiamo avuto contatti regolari. Abbiamo cantato una canzone che non dimenticherò mai. C'era una donna che aveva un'armonica. Siamo diventati subito amici. In seguito abbiamo dovuto aiutarli ogni giorno. Nella foresta, consegnando cibo. La sera loro tornavano. Questo era il modo in cui la Resistenza era organizzata e continuava a rafforzarsi.
Ebbene, c'erano solo pochi che non appoggiavano i Partigiani. In città ce n'erano di più. Bleiburg è una città conosciuta e la Carinzia era una roccaforte nazista, ma la gente fuori aveva altre opinioni. Erano solo pochi e non ci hanno denunciato alla polizia - ha taciuto e non ha mantenuto contatti con noi. Ma solo il 10% all'incirca non era con noi.
Nel Marzo 43 dovevo andare dal medico militare perché dovevo arruolarmi. Avevo già dei legami con i Partigiani. Ad Agosto ho ricevuto la convocazione nell'esercito. Dissi: 'Che cosa dobbiamo fare?' Volevano che mi arruolassi ma mia madre era contraria. Mamma era spaventata: 'Distruggeranno tutto e bruceranno la nostra casa' e gridava. Ma ho considerato che le famiglie non avrebbero pagato così tanto. Quindi mi sono arruolato a Klagenfurt. Dall'alto potremmo avere un contatto. Quando ero a Klagenfurt, sai com'è col militare - oggi va così, domani in un altro. Da Klagenfurt a Salisburgo; da Salisburgo a Lienz, Est Tirolo. Dopo in Italia via Venezia, Roma e su... vicino a Monte Cassino. Poi siamo stati mandati al fronte. Li sono stato ferito, ho avuto un congelamento di primo e secondo grado e per questo sono entrato nell'ospedale militare in Sud Italia, a Sora. Da lì a Venezia e poi a Merano. Quindi in Germania, la Foresta Nera, Solingen - lì c'era un ospedale. Dopotutto ho sempre pensato: Bene, ne devo uscire. Ho presentato domanda per essere trasferito all'ospedale militare di Klagenfurt. Mi diedero il permesso. Il primo giorno a Klagenfurt, mia madre venne a trovarmi. Mi disse che i partigiani hanno detto: 'Vieni e unisciti presto a noi, ti stiamo aspettando!' Dopo 14 giorni il consulente medico dell'ospedale ha dichiarato: 'Ti concederò una vacanza anche se so che al 100% non tornerai mai più'. La mia risposta fu: 'Ritornerò, dove vuole che vada?' Ero con le stampelle, non potevo andare da nessuna parte. È solo un peccato non essere tornato da quel dottore dopo la guerra. Gli avrei potuto far rapporto: 'Signor consulente, sono tornato.'
Dunque tornai a casa. La prima sera c'erano già i Partigiani, quelli miei conoscenti. Dopo 14 giorni la vacanza era finita. 'Bene, che cosa faremo madre?' Mia mamma piangeva di nuovo. Mi spruzzava di acqua santa. 'Mamma, questo non aiuta! Io non tornerò da quelli che ci hanno condannato a morte.' Così sono andato e il comandante dei Partigiani ha detto: 'Verremo a prenderti. Porteremo un numero sufficiente di persone di modo che la tua famiglia non venga reinsediata o messa in prigione.' Venne la sera. Nessun Partigiano ha chiamato, ma il comandante mi aveva detto che io sarei andato la sera. Sono tornato a Bleiburg e ho preso tutta la mia attrezzatura militare. Il giorno seguente incontrai il comandante dei partigiani e gli dissi: 'Perché non siete venuti?' Mi rispose: 'Sai da te stesso dove appartieni.' Facile da dirsi in quel momento. Ma non era una cosa facile da fare. Ma gli inglesi bombardarono Klagenfurt in quei giorni. Quando la polizia è arrivata in seguito per chiedere se avessi fatto rapporto da qualche parte, mia madre disse: 'Forse è stato ucciso nel raid aereo.' Mia madre era intelligente. C'era una collaboratore illegale dei Partigiani a Bleiburg. Dopo 2 o 3 settimane, mia madre ha dato a uno di loro un pacco per portarlo a una donna. Dopo questa donna ha portato il pacco alla posta con il mio indirizzo militare sopra, quello a cui avrei dovuto far rapporto dopo la mia vacanza. Il pacco è tornato indietro... I pacchi continuavano a fare avanti e indietro.
Con i Partigiani la vita era leggermente diversa. Al giorno d'oggi dici: 'Non tutti hanno avuto l'opportunità di unirsi a loro.' Molti avrebbero avuto un'opportunità ma non hanno rischiato. Non ero più in grado di lavorare per il fronte. Per me ci sarebbe stato un lavoro forse. Ma non volevo. Non potevo condividere la responsabilità di lavorare con quelli che volevano eliminarci. I Partigiani avevano problemi con le provviste e col dormire nella foresta di notte. Qua e là ancora nelle case, ma il più delle volte nella foresta. Per giunta con il freddo e la neve i vestiti ti si sono congelati. Ti sentivi rigido come un materasso di paglia. Solo quelli duri di natura erano in grado di gestire la cosa. Le persone erano incapaci di gestire questo abbandono. Non era d'aiuto.
Per prima cosa sono stato assegnato ai corrieri, poi per un po' all'unità informatori. Dopo ero alle unità sabotatori. Abbiamo fatto saltare in aria ponti e tralicci telefonici. Successivamente andai in un battaglione con 300 uomini. Qualcosa di leggermente diverso. Quando arrivavano solo alcuni uomini, non c'erano problemi per il cibo. Quando erano tutte insieme 200/300 persone, quello era problematico per il cibo. Qualcosa ci veniva dato dalla gente, altro è stato acquistato o requisito - beh, è il metodo di ogni militare, sfortunatamente. Però abbiamo requisito solo da quelli contro di noi, contro i Partigiani. Altrimenti arrivava in modo volontario e pagato. Dopo la guerra loro hanno consegnato e barattato i loro buoni con il bestiame. Eravamo felici che la guerra fosse finita e che eravamo sopravvissuti.
Il modo in cui è stato organizzato era meraviglioso. Da casa la notizia è andata al vicino; dal vicino a qualcun altro e così via. Poche ore prima che giungesse la polizia da Bleiburg per andare a caccia di Partigiani - o banditi - come dicevano, noi lo sapevamo già. Eravamo d'accordo che una bandiera rossa su una casa avrebbe indicato il pericolo; una bandiera bianca significava che tutto andava bene. Quindi eravamo già stati avvertiti. Tranne quando la polizia è arrivata di notte. Di notte il passaggio di notizie non era così effettivo come di giorno. Ma ha funzionato.
La maggior parte dei giovani si è presa molte responsabilità. La polizia non controllava i bambini in modo rigoroso come gli anziani. I bambini piccoli portavano la posta per noi e così via. E ci hanno informato anche quando qualcuno è stato ferito.
Le donne erano davvero povere. Perché per questo hanno dovuto pagare davvero più degli altri. Ma erano donne davvero coraggiose. Alcune erano più coraggiose degli uomini. Tre di queste donne le porto nel mio cuore e non le dimenticherò mai. Non avevano paure. Se ci sono state sparatorie di ritorno loro hanno sparato proprio come gli altri. Ma alcune erano placide. Non avevano niente di cui ridere a causa dei loro "problemi mensili". Gestire tutto questo e farcela non è stato facile. Ma ce l'hanno fatta e hanno mostrato coraggio. La maggior parte di loro ha svolto il lavoro di ufficio nei battaglioni, per le organizzazioni più grandi. Ma non è per tutte un lavoro del genere. Ma non è stato facile per le donne. Alcune donne sono state scelte per aiutare i feriti. Erano anche molto coraggiose. Hanno aiutato nel miglior modo possibile. Quando fui ferito il 19 marzo 1945, c'erano anche donne. Prima mi hanno aiutato e poi mi hanno portato da un contadino e da lì dietro a una capanna che prima è stata una legnaia. Avevano una baracca per i lavoratori forestali ed è lì che ho vissuto fino alla fine della guerra. Ancora una volta sono state le donne ad aiutarmi. Hanno portato latte, pane e zucchero. Si sono prese cura di me come mia madre. Non dimenticherò mai questa gente. Non potresti nemmeno ripagarla. Solo un sincero grazie, niente di più.
Non vedevo l'ora che arrivasse il giorno in cui la guerra sarebbe finita. Ma sfortunatamente ero stato ferito. Anche mio fratello era nei Partigiani. Lui venne con un cavallo e mi portò a casa. È entrato nella baracca. Il cavallo è venuto prima e poi l'uomo. 'Chi sta entrando nella foresta adesso?' Poi ha detto: 'Lipej andiamo. La guerra è finita!' Non gli credevamo, che fosse vero; che la guerra era finita. È stato incredibile - la persecuzione e la caccia alla Resistenza sarebbero durate ancora un altro giorno. In quei giorni cantavamo, mangiavamo, eravamo felici e ci baciavamo - nessuno può immaginarsi com'era a quei tempi. Eravamo tutti così felici. Ecco perché per noi la fine della guerra è il giorno più importante da celebrare. Allora era la fine del nazifascismo e non possiamo dimenticare tutti quelli che erano nella foresta, in un campo di concentramento o rinchiusi dai nazifascisti. Per tutti questi è indimenticabile. Non possiamo capire come alla gente importi così poco di questo giorno, l'8 maggio, la fine della guerra. Eravamo felici, ma sembra invece il contrario. Come avessero perso la guerra e per questo non festeggiano mai. Dopo hanno reso il 26 Ottobre una giornata escursionistica nazionale o giù di lì. Per che cosa fanno escursioni? Nessuno ci pensa. Cosa è successo e cosa è stato raggiunto: la pace. Siamo sempre a favore; ogni giorno. Mai più: guerra e fascismo.
I principali nazisti si sono nascosti. Al tempo, quando c'erano i partigiani. Alcuni di loro sono tornati fuori dai loro buchi alla fine di maggio e per un po' sono stati come la Stasi (la polizia segreta della Germania Est). Col passare del tempo si sono mostrati di nuovo nazisti. Credevano che fossimo noi i traditori. Perfino oggi la parola 'traditore' o 'traditore della libertà' è ancora impressa. Come può un austriaco o un'autorità dire 'traditore'? In quei giorni in cui avveniva l'appello: 'Andiamo contro i fascisti, per l'Austria' - dov'era la gente? A Stalingrado hanno combattuto per l'Austria? I modi sono coi diversi e non saremo mai d'accordo su quel che è successo. Noi celebriamo la grande festa e gli altri sono i perdenti. Per quelli che erano membri della Wehrmacht tedesca, il governatore e le autorità depongono sempre ghirlande il giorno di Ognissanti. Ma mai davanti la tomba dei partigiani. Ci sono 53 monumenti e tombe dei partigiani in Carinzia. Nessuno ha mai deposto una ghirlanda - nessuno, ufficialmente. E c'erano 50.000 disertori che furono fucilati in Germania. Nessuno si ricorda nemmeno di loro, come se non ci fossero mai stati. Solo quello che è stato fino alla fine con Hitler era quello giusto. È stato abbastanza triste, che strascico. Secondo loro eravamo tutti traditori. Ma non abbiamo tradito l'Austria. Loro hanno tradito l'Austria nell'anno 1938 quando votarono per Hitler.
Lipej Kolenik (1925 - 2008)
Resistenza
Bleiburg (Austria)
Partisan
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